Penombra

Sono alla mia scrivania, i piedi nudi e feriti sulla moquette, addosso solo un vestito grigio da casa perché stamattina fa caldo, nascosta all’ombra delle tende di velluto della mia stanza.

Vorrei mettere anche il cuore in penombra.

Sono giorni difficili, giorni in cui arrivo alla fine e non ho niente da offrire all’Universo, nessuna emozione dirompente, nessuna commozione, nessun desiderio che sovrasta la nebbia della mia mente.

Stamattina ho parlato delle mie magagne a M, la ragazza alla pari dei vicini di casa nonché nanny di uno dei migliori amici di uno dei miei bambini nonché, naturalmente, mia cara amica.

E’ stato strano: lei ha subito liquidato tutto con un bel taglia i ponti.

Pare che sia istintivo, pare che sia palese e scontato, per qualunque ragazza con cui mi ritrovo a confidarmi: di fronte a certi comportamenti si manda tutto a quel paese e si lascia la scena. Di fronte a questa saggezza mi chiedo sempre se sia un’eredità femminile che ho completamente mancato o un’abilità che si conquista con il tempo del quale evidentemente ho fallito qualche step.

Per me non può essere così semplice. Sono abituata a pensare che i legami si costruiscono, si sudano, si innalzano con l’impegno e la fatica. Non mollandoli al primo casino. O il secondo, o, più precisamente, il ventiseiesimo.

Stamattina vorrei mettere il cuore in penombra e farlo dormire.

C’è voglia di vendetta, in esso, c’è una pistola pronta a far fuoco nella quale inserire il proiettile più letale di tutti. E questo mi fa schifo, perché non posso essere così. Non voglio.

C’è dolore, dolore così impastato con il passato che tutto, alle mie spalle, è bruciato. Perché voltarsi allora, perché abbandonare il presente? Perché il passato chiede vendetta, di nuovo.

C’è la parte di me cresciuta, la parte di me che vorrebbe disperatamente tirare avanti il carro e semplicemente proseguire, perché non mi ha ucciso la prima volta e non mi ucciderà neanche questa, ma è troppo schiacciata dal resto, e il resto è troppo offeso all’idea che, stavolta, a farmi questo stupido scherzo sia stata la persona che più mi conosce al mondo.

Dovrei meditare, ecco cosa.