Ieri ero determinata a scrivere un bel post su come i miei amici mi abbiano risollevato il morale domenica.
Immaginate un viaggio in treno di una quindicina di minuti, sotto un tempo che dice girati un attimo e mi metto a piovere, in loop nelle cuffiette la canzone di Beyoncé If I were a boy e come destinazione Didcot, la città senz’anima per definizione.
Il prologo lo conoscete, quei forse otto minuti passati da Starbucks ieri mattina che hanno dato alla Pasqua la svolta triste che le mancava. Dopo una botta del genere mi conoscevo e già mi immaginavo trascorrere l’intera giornata a fare la mummietta malinconica in un angolo del soggiorno mentre i miei amici si divertivano, specie perché loro si incontravano a mezzogiorno e io potevo raggiungerli solo alle tre.
Invece.
Alla stazione della città senz’anima sono stata raccolta dalla persona meno senz’anima di questo pianeta, il mio amico N –quello che se non fosse praticamente sposato non ne lascerei neanche le briciole, ma da anni– che ha avuto pietà del mio cuore spezzato e non mi ha dato nessuna soddisfazione nel parlare di Reyn, limitandosi a guidare fino a casa.
Lì sono stata accolta dai miei amici che non solo sono stati calorosissimi ma mi avevano anche aspettato per mangiare il primo. Io, colpevole di aver lavorato dalle settemmezza del mattino, non avevo portato assolutamente niente –a parte il mio mazzo di Sushi Go– ma mi sono goduta un pranzo pasquale degno delle migliori nonne, abbondantemente condito di risate –con la compagnia che abbiamo composto non c’erano dubbi– e punteggiato di…well, diciamo che è stato fatto buon uso di questo pulsante –ce lo siamo passati tutto il giorno– nei momenti migliori.
Poi è stato tirato fuori Cranium, e lì abbiamo perso ogni dignità.
Io non ci avevo mai giocato e non sono certa di aver compreso tutte le regole nemmeno ora, ma ho trascorso il paio d’ore più spaventosamente assurdo della mia vita e mi sono divertita un mondo.
Poi sono successe cose.
Persone mi hanno parlato di persone, sono stati visti bambini e gatti e alberi, si sono trascorse lunghe giornate piene di lavoro e vuote d’amore, sono stati ricevuti messaggi ai quali non si poteva dare nessuna possibile risposta e che pure parlavano al cuore.
……
…e siccome lo scopo del blog è la comunicazione ora facciamo della vera comunicazione.
La mia ex collega M ha fatto un resoconto dettagliato delle incresciose faccende di domenica, gettando su Mr. Gatto una luce terribile che gli ha fatto perdere tutti i pochi punti che ancora gli erano rimasti e facendolo passare da Mr. Sono Bravo Solo a Parole a Mr. Non Mi Vedrai Più Nemmeno In Foto.
Reyn mi ha scritto di essere atterrato sano e salvo, messaggio che ha dissipato le mie paure ma al quale non me la sono sentita di rispondere. Tenermelo lontano è più che altro una punizione a me stessa, immagino, ma se ha deciso che non vuole fare nessuno sforzo per tenermi al suo fianco non vedo perché dovrei concedergli la mia devozione.
Perfino mentre scrivo così mi sento una persona orribile.
Bambini e gatti e alberi sono le cose che oggi, al MapleThorpe Building, ho visto di più mentre aspettavo i comodi dei conferenzieri. Ora, a parte la bellezza degli alberi del nostro giardino –a proposito, mica che volete vedere?– e il mio desiderio di avere un gatto…
…c’era questa bambina di sei mesi, che guardava in giro con questi occhioni, che mi fissava dovunque andassi e mi sorrideva, e ad un certo punto ha allungato le sue manine verso di me…
Se non avete ventotto anni e il cuore vuoto Non Potete Capire.